giovedì 25 dicembre 2014

๑๑๑ Sia benedetto il tuo ventre ๑๑๑


L'accensione della natività nel corpo femminile, il più perfetto mistero naturale.
E' in fondo senza peso, lo sputo di un minuto, il concorso maschile: In questa storia manca senza che se ne senta la mancanza.
Non è scritto nei loro libri che nella stalla c'erano levatrici o altro personale intorno al parto.
Quello che non è scritto fa ugualmente parte del racconto: non c'erano.
Partorì da sola.
Questo è il maggior prodigio di quella notte di natività: la perizia di una ragazza madre, la sua solitudine assistita.
Altro che stella cometa e Magi tre su piste cammelliere: la sapienza di parto di Miriam/Maria.
"in nome del padre" inaugura il segno della croce.
In nome della madre s'inaugura la vita.
(Erri de Luca, "in nome della madre")



25 Dicembre,
nasce la Luce, tre giorni dal Solstizio D'Inverno e la Dea ci porge il frutto, il figlio, il Dio.
E' nato nella grotta che è femmina, utero che tutto contiene, accesso buio al mistero della vita, vagina della terra.
E' nato il bambino pieno di sole, il figlio del ventre benedetto.
E' nato da sempre, in ogni angolo sperduto della terra, è figlio della luce stellare che arriva al mondo come cometa, posto fra le braccia di una donna.
Maria, Miryam, sacerdotessa madre di questa scintilla di cosmo, che porta in sé stessa tutto il magico potere del femminile.
Un grembo che è casa per il Divino
un cuore che accoglie e nutre
un corpo che conosce, perchè pieno di ogni sapienza femminile antica.
Vergine, dissero, ma non seppero spiegarlo
Vergine come la più rigogliosa foresta.
Vergine come la più alta montagna.
Vergine come il profondo dell'abisso.
Vergine poichè la mente umana non l'aveva toccata.
E' nato il Cristos che porta nel mondo Dio, che feconderà la terra con la sua luce, che si sacrificherà divenendo Frutto da mangiare per l'umanità .
Morire sulla croce del bene e del male
Morire sulla croce del maschile e femminile
Morire sulla croce del giusto e sbagliato
Morire sulla croce del santo e peccatore
Morire sulla croce del buio e della luce
Muore e con esso muore ogni dualità, si arrende al Miracolo di chi è venuto per annunciare al Mondo che ogni uomo è Dio, che ogni uomo è Luce, che ogni uomo può morire sulla croce e risorgere alla Verità.
E' nato stanotte, in ogni grotta buia e umida

E' nato nelle tue mani che benediranno
nei tuoi occhi che ringrazieranno
nelle tue parole che porteranno bellezza
nel tuo ventre benedetto, che accoglierà figli e progetti
che sa
come ogni donna prima di te
il tuo ventre sa come mettere al mondo la Luce.

Auguri ad ogni Figlio del Sole
Auguri ad ogni Madre di Luce

Selva Della Luna

immagine Lauren Celiwin

sabato 20 dicembre 2014

๑๑๑ La Nascita della Scintilla ๑๑๑



Un piccolo dono per accompagnarvi in questo Solstizio, per ringraziare tutte le persone che ogni giorno seguono con amore e luce questa pagina, donandoci l'entusiasmo di diffondere le parole dell'Anima , è un video realizzato con le immagini del Femminile Divino che abbiamo usato in quest'anno per i nostri post e dalla voce di Selva Della Luna potrete ascoltare l'esperimento meditativo * Nascita della Scintilla* perchè in Noi, in tutti Noi è presente la Scintilla Divina, quel Sole Bambino nato nella grotta isolata e buia della nostra Anima, lì dove è custodita da sempre la Vita. 
Con Amore

Selva Della Luna

venerdì 5 dicembre 2014

๑๑๑ A mia immagine e somiglianza, l'argilla e il femminile creativo ๑๑๑



Così succede al vaso che ruota tra le mani del vasaio,
restavo argilla ma scavata, fatta per contenere.
La gravidanza è stata un tempo di perfezione all’ombra, la durata di un’asciugatura.
Eccomi pronta, argilla con un anima di ferro:
le pietre che volevano scagliarmi si sono frantumate.
da Erri De Luca, “In nome della madre”


Di tutti i tempi questo è il tempo migliore per ri.nascere, per ritrovare la forma originaria di noi stesse, per plasmare il nostro corpo nell'amore rinunciando al giudizio.

Siamo state educate ad onorare ed ammirare la creazione, ma senza poter metter mano, come se il corpo e lo spirito femminile fossero fatti per contenere e non far altro.

Eppure c'è una Dea che impasta nella nostra memoria, una Dea che crea e soffia la vita.

Secondo un mito Sumero la Dea Aruru creò il primo uomo con l'argilla, anche le fiabe cinesi ci raccontano di una Dea creatrice di uomini : Nuwa, dal corpo umano e dalla coda di drago, così come il Dio dell'Antico Testamento nella Genesi crea adamah, che nella traduzione letterale significa "terra", "suolo" :

-Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza.-, disse.

E poi creò Eva, da una costola di questa umanità originata dalla terra, ma prima di Eva secondo la tradizione della cabala ebraica ci fu Lilith, creata dall’argilla e dalla polvere come lo stesso Adamo e quindi una sua pari, un esperimento mal riuscito che pronunciò il primo No alla sottomissione, e Dio riprovò a farci di nuovo, ma anche con Eva presto avrebbe avuto un’altra delusione, la mela, il serpente e il peccato originale che separò l’uomo dalla donna, il bello dal brutto, il vero dal falso.

Fu così che la terra non fu più nostra Madre, e l’unico riferimento di creazione divenne un Dio Padre senza seni, senza vulva, senza larghi fianchi, che non viveva sulla nostra terra ma nell’alto dei cieli, un Dio che non ci somigliava per niente, che non ci voleva bene, che ci riteneva una creazione mal riuscita, e le donne piansero per generazioni alla nascita di una femmina, perché Dio che non era Dea l’avrebbe punita, come sua madre prima di lei e sua nonna prima ancora e così fino al primo parto che vide il dolore della lacerazione del corpo femminile.

Come potevamo riconoscere il Divino nel nostro corpo, dentro di noi, se il Divino stesso non ci riconosceva?

Come potevamo riconoscerci creatrici di vita, di idee, di progetti se eravamo state concepite da Dio senza usare la terra ( argilla o creta che diede vita ad adamah) ma da un pezzo che avanzava di corpo maschile?

Quella Dea che impasta e crea è però rimasta nel nostro ricordo ancestrale, non l’abbiamo mai veramente dimenticata, anche se non sapevamo riconoscerla in noi, non sapevamo darle una forma; la sua voce, e l’eco dei suoi sussurri non abbiamo mai smesso di ascoltarlo.

Una delle qualità femminili più pericolose per il patriarcato è proprio la CREATIVITA’, poiché è sintomo di una energia femminile in movimento, sintomo di recupero della propria identità e del proprio potere originario.

L’energia della creatività è custodita nel nostro grembo, è energia primaria, energia sessuale, quella che nel mito vide Lilith ribellarsi ed Eva mordere la mela, è l’energia che ci restituisce il senso profondo del Divino che vive in noi.

Il femminile creativo riconosce nel proprio grembo il potere di accogliere l’energia senza forma e creare un corpo, così come la Dea antica mischiava sangue e argilla creando l’umanità.

Non siamo più contenitori in attesa di un Dio barbuto che ci riempia di vita, ma nasciamo già piene di possibilità di creazione, degne di incarnare la Divinità nel suo aspetto maschile e in quello femminile, il peccato che mai abbiamo commesso non ci appartiene più e il nostro corpo è guarito dallo sguardo accusatore che ci condannò alla sofferenza.

La CREATIVITA’ femminile è guarigione e liberazione, CREANDO affermiamo che non crediamo più di essere costole di adamo ma nate dalla sua stessa sostanza, dall’argilla ( la parola argilla deriva da un identico termine latino argilla, argillae che a sua volta proviene dal greco àrgilos, che semanticamente deriva da argò – aergòs- érgon, che in italiano corrisponde a opera, ma anche a operazione e ad energia ) che vive ancora nel nostro dna in attesa di essere riconosciuta come Madre primaria , la metà dell’alito divino che ci abita.

Ed è proprio dall’argilla che noi ricostruiamo il mito della creazione, dalle nostre mani e dalla terra impastata con l’acqua, facciamo la Dea a nostra immagine e somiglianza, ci riconosciamo in essa, e rendiamo il nostro corpo Sacro, non rinunciamo a Dio ma lo beatifichiamo allattando la sua fame con i nostri seni, accogliendolo nel grembo, facendolo nascere dalla nostra caverna primordiale.

Se proprio un giorno dovrò raccontare a mio figlio il mito della sua creazione, voglio raccontargli di quando con la terra e l’acqua creai il mio corpo, di quando con immenso amore accolsi l’alito di vita del maschile nel mio ventre, di quando la terra fu fecondata dal cosmo e nacque la sua prima cellula fatta di madre e padre, fatta di Dio e Dea.

Impastiamo l’argilla in cerchio celebrando il Solstizio, ricordando la nascita della Luce sulla Terra, ricordando di quando Dio e Dea alito ed energia si impastarono insieme e nacque la Vita.




Selva Della Luna

** Nel Nome della Madre vi invita a celebrare il Solstizio D'inverno il 21 Dicembre, Roma
nel workshop è compreso il laboratorio di argilla condotto da Barbara Bernardi
per informazioni e prenotazioni
selvadellaluna@gmail.com

qui trovate la locandina con programma completo del workshop
https://www.smore.com/xqmsh-cerchio-del-solstizio-d-inverno