Molti di noi vivono con la sensazione di aver perduto
qualcosa o qualcuno, ci si sente incompleti, come mancanti sempre di una parte;
si cerca questa parte nell’anima gemella, spesso anche inconsciamente si cerca
negli occhi dei nostri compagni colui/colei che possa colmare quel profondo
senso di vuoto, quella nostalgica mancanza.
Per molte culture antiche il non rispettare la placenta al
momento della nascita del bambino poteva causare nell’essere adulto proprio
questo stato di perenne mancanza, in quasi tutti i popoli arcaici esistevano
rituali per lasciare andare il corpo fisico della placenta così che l’essenza
spirituale potesse passare al bambino in naturalezza e senza traumi.
La placenta non è più considerato un organo sacro, se non in
pochissime regioni così dette “primitive”, il bambino alla nascita viene
separato immediatamente sia dal cordone ombelicale che dalla placenta e questi
vengono smaltiti come rifiuti organici.
La placenta che veniva seppellita ornando la terra di fiori
e offerte, l’organo che veniva chiamato “Angelo”, “Albero della Vita”, “Radice
delle tue radici” è gettata in un secchio e allontanata immediatamente dalla
madre e dal bambino.
La Placenta è stata concepita insieme a te, ed è
geneticamente identica a te, neanche se tu avessi un fratello/sorella gemella avresti
i suoi stessi identici geni, invece la placenta è l’unico essere cellulare
perfettamente uguale a te .
La sua funzione è fondamentale per la nascita e la
gestazione, essa infatti fornisce i nutrienti necessari al bambino e provvede
alla protezione, per esempio se il bambino ha carenze la placenta seleziona il
nutriente necessario e lo trasporta al feto, sceglie letteralmente quello che è
giusto e sano per il bambino e quello che invece è dannoso, un vero e proprio
angelo custode, che è molto utile anche dopo la nascita.
In diversi popoli la placenta permane accanto al bambino
finchè questa non si stacca naturalmente e il cordone ombelicale si secca
staccandosi a sua volta, se il bambino ha durante il parto delle difficoltà si
massaggia la placenta o la si riscalda e immediatamente il bambino recupera
energia vitale.
Le culture “primitive” di tantissimi popoli nel mondo
sostengono che la placenta sia colei che trasmette l’energia vitale al feto, e
che è necessario dare il giusto tempo dopo la nascita perché tutta questa
energia passi al corpo del bambino.
Anche per la madre è un organo di grande importanza,
mangiare un pezzettino di placenta ferma l’emorragia dopo il parto e dona
grande energia e latte alla partoriente, questi benefici pare che non fossero
sconosciuti per le antiche tradizioni che rispettavano la naturalità del parto
e il giusto tempo di separazione figlio-placenta-cordone.
Secondo recenti esperimenti molte persone che ripercorrono
il trauma della nascita per esempio tramite la terapia di rebirthing
riconoscono nella separazione dalla placenta e dal cordone ombelicale una delle
più dolorose perdite e ferite, quando guariamo il trauma della nascita e della
separazione da questo gemello antico che ci ha protetto e nutrito fin dalla
nostra creazione andiamo a guarire i nostri corpi eterei, creando una nuova
connessione con la placenta, non più fisica ma eterica.
Nelle tribù indiane del Nord America si pensa che l’anima
viva negli organi della nascita, il cordone e la placenta vengono quindi fatti
seccare e avvolti in una stoffa sacra e custoditi finchè il bambino non diviene
un adulto al quale la madre consegna questa eredità dicendo : - Ho protetto la
tua anima tutta la vita ora tocca a te.-
E’ dunque una parte di anima quella che perdiamo quando ci
separano dalla placenta?
E’ questa perdita che determina il vuoto che riempiamo di
oggetti, denaro, persone, emozioni?
Robin Lin scrive:
“ La Placenta connette tutti i nostri Chakra, permettendoci
di vivere come esseri umani integri e completi, armonizzandoci con il flusso
circolare di energia, che oscilla con il disegno dello Yin-Yang. Inoltre,
poiché la Placenta connette ciascuno di noi alla propria madre, è il Chakra
della Placenta che da continuità alle generazioni. Ogni figlio della Terra
connesso a ogni madre preservando la nostra relazione con il passato, il presente
e il futuro.
Le tradizioni celebrano a Samhain gli antenati, noi
riattiviamo quest’antica connessione, andremo a riprendere la nostra Placenta,
siamo stati separati da essa in modo repentino e traumatico ma possiamo
riparare, possiamo trasformare questo trauma in un dono per noi stessi e per la
nostra stirpe.
Emanuela Pacifici ( Selva Della Luna )
01 Novembre 2015, Roma
Per celebrare Samhain e riattivare la connessione alla placenta energetica Nel Nome della Madre ti invita al workshop Samhain : l'invisibile diviene visibile * Le Storie che trasformano*
il workshop sarà disponibile anche come webinario per celebrare da casa
per informazioni e prenotazioni selvadellaluna@gmail.com
Fonti e citazioni dell'articolo : Robin Lin
Il Chakra Dimenticato - Il Libro della Placenta
Il Chakra Dimenticato - Il Libro della Placenta